12 dicembre 2011

Dizionarietto della crisi

Oggi vi propongo un dizionarietto della crisi (da Agenzie di rating a Sprechi)

Uccidere l'euro

Paul Krugman 

Una politica di austerità unita ai timori della Banca Centrale per l'inflazione rende praticamente impossibile ai paesi indebitati uscire dalla loro trappola, ed è, pertanto, una ricetta per la moltiplicazione dei default, il fallimento delle banche, e un collasso finanziario generale
Si può salvare l'euro? Non molto tempo fa ci fu detto che il caso peggiore era un default della Grecia. Ora sembra probabile un disastro molto più grande

E ora, la democrazia

Raniero La Valle 

Il liberismo economico viene presentato come una legge di natura, ma così non è. Occorre ripristinare la democrazia, restituendo una vera rappresentanza politica ai cittadini sia in Italia sia in Europa

Appello degli economisti

Oltre cento economisti di varie Università italiane, europee, americane e di altri paesi hanno indirizzato un appello al Parlamento della Repubblica Italiana e alle forze politiche per un cambiamento della politica economica in Italia e in Europa che rilanci domanda, sviluppo e occupazione

Un referendum contro la truffa

Paolo Ferrero 

Per il governo Berlusconi la speculazione finanziaria contro l’euro è l’alibi per ulteriori misure antipopolari, dalla libertà di licenziamento alla privatizzazione dei servizi pubblici, una ricetta che ha già portato la Grecia al fallimento

ATM E A2A: lavorare per chi?

Giacomo Properzj* 

Da diversi anni, l'obbiettivo dei partiti politici (anche di quelli di sinistra) è quello di trasformare le aziende municipalizzate per i servizi pubblici in S.p.a. Ci si dimentica che queste aziende sono nate come strumento di solidarietà civile e di servizio comune per la collettività 


4 novembre 2011

Si prepara la manovra "lacrime e sangue"

Come si spiega il crescente debito italiano? Ed è davvero necessario rimborsarlo? L’unica certezza è che, ancora una volta, si preannuncia una nuova stangata

Liberiamoci dalla schiavitù

Guido Viale 

Il debito, pretesto per privatizzare il privatizzabile e distruggere i servizi pubblici, deve diventare l'oggetto di un pubblico dibattito che supporti la rivendicazione di non pagarlo o di riconoscerlo solo in parte

Come evitare il suicidio dell'Europa

Riccardo Bellofiore, Jan Toporowski 

Resistere alle politiche di austerità è sacrosanto, ma quali sarebbero le conseguenze di un default? 

Un referendum contro la truffa

Paolo Ferrero 

Le draconiane misure antisociali promosse dal governo Berlusconi e avallate dall’Unione europea non hanno nessun effetto per contrastare la speculazione finanziaria contro l’euro

Perché dura?

Raniero La Valle  

Le politiche neoliberiste si combattono ripristinando la rappresentatività parlamentare e il diritto dei cittadini a concorrere a "determinare la politica nazionale"

Non pagare il debito: come concretamente?

Luigi Vinci 

Le proposte per ridurre il debito e farlo pagare a chi ne ha i mezzi – e che spesso si è arricchito evadendo le tasse – non mancano, ma solo una forte mobilitazione popolare può raggiungere il risultato.
Alcune osservazioni sul movimento degli indignati e sulla concretezza della parola d'ordine aggregante del non pagare il debito

Alta velocità

Marco Ponti

Interessante, a proposito di alta velocità, quanto scrive Marco Ponti sul settimanale on-line Arcipelago Milano del 12 luglio 2011

Risolvere i problemi dell'Italia in cinque passi

Maurizio Sabbadini 

Bacchetta magica? No, basterebbe solo la volontà di una classe dirigente semplicemente responsabile e minimamente competente. Vediamo come

Libia

Alcune brevi notizie sulla guerra in Libia 

Disastri ambientali

Mario Galliano

Estratti da una lettera aperta al Presidente Napolitano scritta dall’assessore di un piccolo Comune all'imbocco della Val di Susa

12 ottobre 2011

Una favola: il paese degli asini

Federico Caffè

Nel 1976 il grande economista Federico Caffè scriveva: “Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica, con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati, favorisca non già il vigore competitivo, ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori, in un quadro istituzionale che, di fatto, consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi (Una economia in ritardo, Boringhieri, 1976)

4 ottobre 2011

I costi dell'11 settembre

Sono tante le domande che ancora non trovano risposta sull’attacco alle Torri gemelle di New York. Una fra tutte: perché il presidente Bush, subito dopo l’attentato, si è affrettato a far rientrare in Arabia i numerosi familiari di Osama bin Laden?
La data dell'11 settembre riporta alla memoria numerosi massacri: l'11 settembre 1973 è il giorno del golpe in Cile contro il legittimo presidente (pochi mesi prima Unidad Popular aveva stravinto le elezioni amministrative) che si tradurrà in molte migliaia di uccisi, di arrestati, di torturati. 
L'11 settembre 1982 è il giorno in cui il generale Sharon dichiara che tra i profughi palestinesi ammassati nei campi di Sabra e Chatila si trovano militanti dell'OLP (in realtà partiti tutti pochi giorni prima per la Tunisia dopo l'assicurazione degli Stati Uniti di vegliare alla sicurezza dei profughi), e circonda i campi per permettere nei giorni seguenti ai falangisti libanesi il massacro in tutta impunità della popolazione palestinese. 
Ma certamente l'11 settembre più noto è quello dell'attacco alle Torri Gemelle di New York e le migliaia di vittime di questo attentato terroristico.
A distanza di dieci anni non è ancora chiaro chi abbia organizzato e permesso che questo avvenisse. Senza entrare nel merito delle critiche alla versione ufficiale, c'è almeno un grande punto interrogativo a cui non è stata data risposta: perché, immediatamente dopo l'attentato e prima di qualunque indicazione dei responsabili, il presidente Bush si sia affrettato a far tornare in Arabia i numerosi familiari di Osama Bin Laden presenti negli Stati Uniti.
In occasione del decennale il New York Times pubblica una stima dei costi indotti dall'attentato e dalle conseguenti scelte politiche degli Stati Uniti. Si tratta ovviamente di stime, e si può discutere sull'esistenza o meno di una relazione tra le spese indicate e l'attacco a New York, ma colpisce la prima cifra introdotta dal NYT: si stima che gli attentatori abbiano speso, in tutto, mezzo milione di dollari, e gli Stati Uniti 3.300 miliardi di dollari, cioè quasi sette milioni di dollari per ogni dollaro speso dagli attentatori. 

Vediamo il dettaglio (in miliardi di dollari): 
- Valore vite umane e cura feriti     29
- Pulizia e ricostruzione (edifici e infrastrutture)             26
- Impatto economico sulle aziende colpite     23
- Impatto economico del rallentamento generale           100 
- Costo del tempo di attesa extra negli aeroporti 
e degli incidenti stradali conseguenti a rinuncia al volo                    119
- Spionaggio interno, spionaggio militare e sicurezza     470
- Guerra in Irak (spese militari e aiuti)     872
- Guerra in Afganistan (spese militari e aiuti)     468
- Altre spese militari e costi indiretti     227
- Valore vite (militari e mercenari), disabilità, cure mediche       82
- Previsione di costi futuri per la guerra in Irak (2012-16)       55    
- Previsione di costi futuri per la guerra in Afghanistan (2012-16)    223
- Previsione pagamenti futuri per invalidità e cure veterani               589


La manovra

Ci sono tanti modi per ridurre il debito, ma i governanti ne conoscono solo uno: farlo pagare ai più deboli 

I gattopardi di Tripoli

Guido Rampoldi

Questo articolo, pubblicato da
la Repubblica il 16 settembre 2011, offre un punto di vista diverso dalla vulgata bellicista di tanta parte della stampa italiana che, contro gli stessi interessi del paese, sosteneva che “con Gheddafi non si tratta” 

12 settembre 2011

Bin Laden: i morti non parlano


Una riflessione sulla morte politica di Bin Laden nell'interessante e condivisibile analisi di Mazin Qumsiyeh, biologo, docente di genetica alle università di Betlemme e di Birzeit. Partecipa attivamente alle lotte popolari non violente contro la costruzione del Muro dell'apartheid

5 settembre 2011

Le ragioni di una crisi

Francesco Gesualdi 

L’indebitamento degli stati è manna per gli speculatori che, in cambio di prestiti, lavorano per impossessarsi di tutto ciò che gli stati possiedono

S. Ambrogio

Tuttora attuale, malgrado siano passati sedici secoli, questo commento di S. Ambrogio all'episodio di Naboth e del re Achab, che gli aveva tolto la vigna e la vita, raccontato nella Bibbia (libro dei Re, cap. 21)

L'indice di Gini

L'indice di Gini è universalmente utilizzato per misurare la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. In Europa l’Italia ha il triste primato di essere il paese in cui è più cresciuta la disuguaglianza

Disuguaglianza dell'1%

Joseph Stiglitz

In un articolo pubblicato da Vanity Fair il 13 aprile 2011, Jospeh Stiglitz, premio Nobel per l’economia, spiegava i motivi della crescita della disuguaglianza negli Stati Uniti. Ne proponiamo un riassunto

I tagli ai Comuni: (lettera aperta ai milanesi di Giuliano Pisapia)

Questa lettera, scritta dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia due mesi dopo la sua elezione, racconta le difficoltà che la città dovrà affrontare alla luce del disavanzo di bilancio e dei nuovi oneri che graveranno sui Comuni

Contro l'acquisto delle aree Expo

Basilio Rizzo

Basilio Rizzo,  presidente del consiglio comunale di Milano, è un attento osservatore della tormentata vicenda Expo. Nella seduta del 25 luglio 2011 espone i motivi della sua contrarietà all’acquisto delle aree su cui dovrà sorgere la contestata esposizione

Colombia: 200.000 desaparecidos

Quasi non se ne parla, ma i "desaparecidos" colombiani hanno ormai largamente superato il numero di scomparsi in Argentina e in Cile sommati insieme

Palestina: le false speranze

I Palestinesi si preparano a chiedere all'assemblea delle Nazioni Unite, il 20 settembre, il riconoscimento dello stato palestinese. Qualcuno, dall'interno della Palestina, critica questa scelta. Di seguito il riassunto di alcuni testi del prof. Mazin Qumsiyeh, palestinese che ha fatto una carriera accademica in America prima di rientrare in Palestina dove partecipa alla resistenza pacifica di tanti Palestinesi (ed anche di molti Israeliani e cittadini di altri paesi che ne sostengono la causa)

20 agosto 2011

I cittadini calpestati

Stefano Rodotà 

Il governo tenta in ogni modo di impedire lo svolgimento dei referendum, prima quello sul nucleare, poi i due quesiti sulla privatizzazione dell’acqua. Se la mossa funzionasse, rimarrebbe in vita solo il referendum sul legittimo impedimento che difficilmente raggiungerebbe il quorum

19 agosto 2011

La Giornata mondiale dell’acqua: una ricchezza da sottrarre alle leggi del mercato

Gaetano Vallini 

“Facile come bere un bicchiere d’acqua” si dice a volte. Ma questo detto popolare non dev’essere familiare ai quasi novecento milioni di uomini, donne e bambini che nel mondo non hanno acqua potabile, e agli oltre due miliardi e mezzo di persone, circa la metà della popolazione dei Paesi in via di sviluppo, che vivono in condizioni igienico-sanitarie insufficienti a causa della carenza di risorse idriche


1° maggio. Festa dei lavoratori

Don Mario Bandera *


Una sentenza storica segna il primo maggio 2011. I dirigenti della Thyssen Krupp sono stati condannati dal Tribunale di Torino per l’incendio divampato nell’acciaieria il 6 dicembre 2007

Flessibili per la guerra

Raniero La Valle

Il processo che si è messo in moto in Tunisia e in Egitto non si ferma. In Yemen e in Siria i giovani scendono coraggiosamente in piazza contro governi despotici. Questo vento di liberazione è arrivato sino ai sultanati del Golfo: in Bahrein un grande movimento pacifico, unito attorno alle parole d’ordine "libertà e democrazia" è stato soffocato nel sangue dagli eserciti del Bahrein, degli Emirati e dell’Arabia saudita
In Libia la situazione è molto diversa, e più complessa, di quanto apparisse all’inizio. Mentre una parte non piccola della popolazione resta fedele a Gheddafi, tra gli insorti si manifestano contrasti, tanto che, scrive il New York Times del 19 aprile, i consiglieri militari inviati dal governo inglese in appoggio agli insorti, non sanno a chi rivolgersi

Letizia Brichetto in Moratti. Promemoria per l’elettore

Roberto Capanna

Una precisa e impietosa disamina sull'operato della sindaca di Milano

16 giugno 2011

Lampedusa: di cosa stiamo parlando?

Gli avvenimenti del Nord-Africa hanno aperto una grande tragedia umanitaria, con alcune decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra o da altre situazioni di grande pericolo. Alcune cifre aiutano a inquadrare gli sbarchi a Lampedusa nella giusta prospettiva

La guerra in Libia

Raniero La Valle

Gli statisti moderni conoscono una sola cosa, sanno fare una sola cosa, sono maniaci di una sola cosa: la guerra.  Con l'idolatria della guerra, nascostamente penetrata anche nella cultura democratica, e con il giustificazionismo umanitario che ha sopito le reazioni, altre volte veementi contro la guerra, anche di uomini di Chiesa, il futuro si presenta assai tormentato

I diritti non si sgomberano

Per i rom a Milano, come in altre città, poco conta il colore della giunta. In nome della sicurezza si continuano a sgomberare “campi”, una misura crudele e inefficace pagata dai contribuenti 

Si può fare politica

Emilio Molinari

Il 12 giugno si è votato per quattro referendum: due sull'acqua pubblica, uno sul nucleare, ed uno sul "legittimo impedimento" (un'altra delle trovate degli avvocati di Berlusconi per permettergli di sfuggire ai processi). Il governo ha fatto di tutto per evitare che i cittadini si esprimessero

15 giugno 2011

La mela avvelenata

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha presentato la "sua" giunta: una novità assoluta per la massiccia presenza di donne e di giovani. Al di là della stima personale che ho per i pochi assessori che conosco, ritengo fuorviante esprimere giudizi a priori, anche positivi, e che è meglio, nei limiti delle possibilità di ognuno di noi, collaborare con questa amministrazione comunale per aiutarla ad affrontare e risolvere positivamente i molti problemi che ci stanno davanti. A cominciare da due frutti avvelenati lasciati dalla giunta di destra, clamorosamente battuta nel voto di maggio: il costo di Expo 2015 e la kermesse sionista inaugurata in piazza del Duomo

Pisapia e l'orto planetario che non piace a Formigoni

Gianni Barbacetto 

Milano si era aggiudicata l’Expo con il progetto di orto planetario concepito da Stefano Boeri, ma gli appetiti della regione a guida formigoniana lo trasformeranno in un ennesimo discutibile affare

"Kermesse” di Milano

 Alessandra Mecozzi, Roberto Giudici 

“Israele che non ti aspetti” è il titolo scelto per una kermesse di eventi espositivi, promossi dall'Ambasciata di Israele con la Regione Lombardia e l'ex giunta Moratti. Per alcuni giorni il centro di Milano è stato “occupato” dall'esibizione di tecnologie sofisticate nei settori della sicurezza e degli armamenti, del trattamento delle acque, della sanità e dell'informatica


Il significato dei referendum

Raniero La Valle

I risultati dei referendum sull’acqua e sul nucleare hanno dimostrato che la democrazia, solo che le vengano dati gli strumenti per funzionare, resiste. Ma il divario fra Parlamento e cittadini deve essere colmato

Un raccontino a margine dei referendum

Ettore Masina

Nel 1989 Ettore Masina, allora deputato della Sinistra indipendente, presentò un’interrogazione al ministro degli esteri sulla gestione degli affari dell’ospedale San Raffaele in Brasile


6 giugno 2011

Il diritto di votare

Stefano Rodotà 

Il tentativo governativo di annullare il referendum sul nucleare promulgando una legge che lo superasse, è stato bocciato dalla Corte di Cassazione, che ha recepito in pieno le ragioni dei promotori. La morale è limpida: è ancora possibile sottrarre libertà e diritti all'aggressione di cui sono continuamente oggetto

Labirinti per le scorie nucleari

Sue Landau 

La Francia ha migliaia di metri cubi di scorie radioattive per le quali cerca un metodo di stoccaggio permanente, un compito improbo che richiede anni di sperimentazione


Fukushima, mon horreur

Elmar Altvater 

Elmar Altvater, esponente della "Linke" e professore emerito alla libera Università di Berlino invita la sinistra a un ripensamento globale del proprio orientamento "sviluppista".
Osserva che la catastrofe di Fukushima ha reso obsoleti concetti politici e strategie non solo in Giappone. Il disastro nucleare a 9.000 km di distanza ha fatto di più, per far capire cosa sia la globalizzazione (con i suoi container che trasportano materiale radioattivo in tutto il mondo), che non la stessa crisi economica mondiale, che ha portato tanti stati sull'orlo della bancarotta e ha portato la zona euro quasi al collasso

Israele a Milano

Dal 12 al 23 giugno a Milano si terrà “Israele che non ti aspetti”, una kermesse sulla tecnologia israeliana promossa dalle stesse autorità di Tel Aviv in collaborazione con gli enti locali lombardi per raccontare “un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto” e “promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano”.
Diverse realtà e associazioni di Milano e del Nord-Italia si sono trovate in questi mesi per organizzare la contestazione a quella che sarà la più grande manifestazione di promozione di Israele nel mondo, inaugurata niente di meno che dal primo ministro Netanyahu con la presenza del presidente del consiglio Berlusconi, e per far riemergere la storia e la cultura del popolo palestinese, nascoste e cancellate dalla visione israeliana

24 maggio 2011

Berlusconi: bravi i comunisti (quelli di ieri)

Nell'affannoso e sgangherato tentativo di salvare Milano dagli zingari, dalla droga, dai clandestini (basterebbe dare un permesso di soggiorno a tutti coloro che hanno un lavoro e per incanto i “clandestini” sparirebbero), dalle moschee (molto meglio che i musulmani continuino a pregare nelle strade, o magari nelle catacombe), il Giornale del 21 maggio scrive: