6 giugno 2011

Fukushima, mon horreur

Elmar Altvater 

Elmar Altvater, esponente della "Linke" e professore emerito alla libera Università di Berlino invita la sinistra a un ripensamento globale del proprio orientamento "sviluppista".
Osserva che la catastrofe di Fukushima ha reso obsoleti concetti politici e strategie non solo in Giappone. Il disastro nucleare a 9.000 km di distanza ha fatto di più, per far capire cosa sia la globalizzazione (con i suoi container che trasportano materiale radioattivo in tutto il mondo), che non la stessa crisi economica mondiale, che ha portato tanti stati sull'orlo della bancarotta e ha portato la zona euro quasi al collasso


[…]. Con la crescita e ancora meglio con una «accelerazione nella crescita» i problemi economici del nostro tempo possono essere superati; perciò nella borsa delle meraviglie della coalizione conservatrice liberale [in Germania] era contenuta anche una «legge sulla accelerazione nella crescita», peraltro non esclusiva della destra, se il governo di sinistra Lula in Brasile a partire dal 2007 ha varato un «programma per l'accelerazione nella crescita», dal punto di vista economico abbastanza di successo, ma con un bilancio ecologico disastroso. I verdi invece con il loro concetto di «green new deal» promettono una crescita «verde» e duratura. In Germania la sinistra persevera nella necessità di crescita, una crescita certo socialmente equilibrata e in grado di ottimizzare le risorse, ma che comunque, come ha scritto il filosofo austriaco Guenther Anders negli anni '50, «fabbrica senza sosta la produzione della propria rovina» e intende poter proseguire fino alla triste fine questa produzione soltanto attraverso un sempre maggior utilizzo di risorse e di energie, quindi attraverso la crescita. 
[ … ] Il modello energetico del secolo scorso, al cui centro sono il carbone, il gas, il petrolio e l’atomo, deve essere abbandonato al più presto. Ma rapide uscite dal sistema fossile-nucleare sono difficili da trovare. Certo, in alternativa abbiamo a disposizione energie rinnovabili. Ma questo risultato richiede non solo la sostituzione del carburante fossile con benzina da biomassa o dell’energia nucleare con l’energia eolica, ma anche una trasformazione fondamentale dei modi di vita e di produzione, dei rapporti sociali e con la natura. Questo non avviene dall’oggi al domani. Sarebbe quindi meglio cominciare oggi, e non domani.
Fukushima ammonisce: una società socialmente giusta ed un futuro di pace li potremo avere solo con l’utilizzazione dell’energia solare.

(Wochenzeitung, 28 aprile 2011)

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