12 dicembre 2011

Un referendum contro la truffa

Paolo Ferrero 

Per il governo Berlusconi la speculazione finanziaria contro l’euro è l’alibi per ulteriori misure antipopolari, dalla libertà di licenziamento alla privatizzazione dei servizi pubblici, una ricetta che ha già portato la Grecia al fallimento


Da mesi sentiamo parlare dai telegiornali della speculazione finanziaria contro l'Euro e in particolare contro i titoli di stato della Grecia prima e dell'Italia poi. Per far fronte a questa speculazione il governo Berlusconi ha fatto un paio di manovre in agosto e adesso si prepara per ulteriori stangate. Dalla libertà di licenziamento all'allungamento dell'età per andare in pensione, dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali alla messa in discussione dei contratti nazionali di lavoro, al taglio dei fondi per l'assistenza sociale. Tutte queste misure sono state condivise con l'Unione Europea che anzi chiede, insieme alla Banca Centrale Europea, misure più pesanti di taglio della spesa pubblica. Si tratta delle stesse misure che da un anno sono state applicate alla Grecia e che hanno prodotto una pesante recessione e un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in quel paese.
Ma queste misure servono a combattere la speculazione finanziaria? NO!
La speculazione sull'Euro e poi sui titoli di stato greci e italiani è frutto di un fatto preciso: la Banca Centrale Europea (quella che stampa l'Euro per conto degli stati europei) è l'unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all'1,5% di interesse [oggi, 11 dicembre, 1%]) e non presta direttamente i soldi agli stati. Gli stati sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori che ovviamente ricercano il loro guadagno. A tal fine gli speculatori (cioè le banche e le grandi finanziarie) attaccano uno stato per volta e per acquistare i titoli di stato si fanno pagare un tasso di interesse da usurai. Concretamente l'Italia oggi paga più del 6% di interessi per piazzare i suoi titoli (la Grecia oltre il 15%). E' chiaro che gli speculatori che prendono a prestito i soldi dalla BCE all'1,5% e poi li prestano all'Italia al 6%, hanno un bel guadagno e continueranno questo gioco all'infinito. Il governo potrebbe anche abolire le pensioni o la sanità pubblica ma la speculazione continuerà a fare il suo gioco. Anche perché, grazie all'evasione fiscale, il debito italiano è di 2.000 miliardi di euro e gli speculatori hanno quindi parecchio debito su cui speculare e nessuna politica è in grado di ridurre veramente il debito senza mettere i carri armati per le strade.
In questa situazione il Fondo Salva Stati fatto a livello europeo rappresenta solo la cifra che gli speculatori possono estorcere agli stati prima che questi falliscano: è un finanziamento pubblico agli speculatori!
C'è un modo per combattere la speculazione finanziaria? SI!
Basterebbe che la BCE oltre a prestare i soldi alle banche li prestasse direttamente anche agli stati membri, cioè comprasse direttamente i titoli degli stati europei. In questo modo gli stati avrebbero il danaro necessario al tasso di interesse ufficiale dell'1,5% e non sarebbero obbligati ad andare a chiedere i soldi agli strozzini. La speculazione cesserebbe immediatamente perché non vi sarebbe più la possibilità di ricattare gli stati da parte degli speculatori.
Qualcuno può pensare che la nostra sia una risposta semplicistica, che se fosse così semplice l'avrebbero già fatto. Peccato che noi proponiamo di fare esattamente quello che fanno gli USA, dove la Federal Reserve compra direttamente i titoli di stato americani, la Gran Bretagna, l'India, il Brasile, la Cina e tutti i paesi del mondo. L'Europa è l'unico posto nell'universo e l'unico caso nella storia dell'umanità in cui la Banca centrale - in nome dell'ideologia neoliberista - presta direttamente i soldi agli speculatori e non agli stati. [... ] 

(Liberazione, 3 novembre 2011)

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