10 aprile 2020

Appello per una sanatoria

"Non si può negare - scrive il presidente dell’Asgi Lorenzo Trucco - che il coronavirus ha scoperchiato e focalizzato in maniera devastante tutti quegli elementi di ingiustizia, diseguaglianza sociale ed economica, fruizione dei diritti fondamentali, che sono purtroppo caratteri distintivi della nostra società."


Sebbene le restrizioni riguardino tutti, non tutti siamo sulla stessa barca. C’è chi gode di una casa confortevole e un reddito certo e chi, e sono tanti, non può godere né dell’una né dell’altro. Un vasto mondo fatto di precariato, lavoro nero, senzatetto, detenuti, migranti irregolari.
Certo le disuguaglianze non spariranno da un giorno all’altro, e anzi c’è il rischio che il solco fra chi ha e chi non ha si approfondisca, ma qualcosa si può fare e da subito: regolarizzare i migranti e i richiedenti asilo, perché possano accedere alle cure, a un reddito di emergenza, al sistema di accoglienza.
Una regolarizzazione, non temporanea come qualcuno richiede solo per sopperire alla mancanza di posti di lavoro in agricoltura, riconoscerebbe ai migranti il diritto alla salute e a un’esistenza degna, e contemporaneamente risponderebbe alle esigenze di salute pubblica e in prospettiva anche alle casse dello Stato.
In attesa si dovrebbero garantire alle persone presenti a qualsiasi titolo in Italia tutti quei servizi - sanità, alloggio, provvidenze sociali ecc. - oggi più che mai necessari.
Per spingere il governo a recepire al più presto la richiesta di una sanatoria, Melting Pot ha lanciato un appello al quale hanno già aderito molte associazioni: 

https://www.meltingpot.org/Appello-per-la-sanatoria-dei-migranti-irregolari-ai-tempi.html#.Xoy8KIgzZPY

1 commento:

  1. un provvedimento di regolarizzazione è necessario e urgente anche ai tempi del coronavirus, ma come giustamente sottolinea Trucco non una sanatoria a tempo per sopperire alla carenza di manodopera in agricoltura perché se così fosse si rischierebbe di riprodurre un meccanismo di sfruttamento ormai consolidato da troppi anni, che vede nella disponibilità di manodopera a basso costo l’unico strumento di gestione del mercato del lavoro in agricoltura.

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