25 aprile 2020

Petrolio sotto zero

Lunedì 20 aprile, per la prima volta nella storia, il prezzo del petrolio è sceso sotto zero.
Come è possibile? E quali conseguenze può avere?



Lunedì 20 aprile, per la prima volta nella storia, il prezzo del petrolio è sceso sotto zero. In particolare il prezzo del grezzo americano per consegna a maggio, che all'inizio dell'anno viaggiava attorno ai 50 $ al barile, e la settimana scorsa valeva ancora 20 $ al barile, è sceso sino a un impressionante -37 4 $.
La spiegazione è semplice: quasi da un giorno all'altro centinaia di milioni di automobili e decine di migliaia di aerei si sono fermati. Nessuno compra più carburante e nessuno vuole più il petrolio che viene prodotto giornalmente; d'altra parte gli impianti di stoccaggio sono pieni, o molto vicini alla saturazione, di qui la disperata ricerca di qualcuno che si porti via il petrolio in eccesso, sino al punto che sono i venditori a pagare i compratori.
Nei giorni successivi i prezzi sono andati stabilizzandosi attorno ai 10 $ al barile, un prezzo molto inferiore al costo di produzione del petrolio da scisto, grazie al quale negli ultimi anni gli Stati Uniti erano diventati il primo produttore mondiale, per cui molte imprese indipendenti, oberate dai debiti, hanno avviato le operazioni di chiusura di molti pozzi, un processo costoso e che non garantisce che, alla riapertura, si possa ritornare alla produttività precedente.
Del resto, la riduzione dei consumi, e la contemporanea discesa dei prezzi, è iniziata da tempo, e oggi si calcola che l'eccesso di produzione sui consumi si aggiri sui 30 milioni di barili al giorno. Per questo anche l'annuncio dell'accordo raggiunto il 12 aprile tra OPEC e Russia per una riduzione della produzione di 9,7 milioni di barili al giorno ha fatto poco per fermare la discesa dei prezzi. D'altra parte sia l'Arabia che la Russia hanno interesse a mantenere il prezzo al di sotto del costo di produzione americano per spingere gli Stati Uniti fuori mercato, riducendone così il peso economico e politico.
Il prezzo di questa guerra lo stanno pagando i lavoratori licenziati e soprattutto i popoli dei paesi la cui quasi unica risorsa è il petrolio, dall'Algeria all'Irak, dall'Iran al Venezuela. E non credo che a trarne vantaggio saranno gli automobilisti italiani, quando potranno tornare a circolare.




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