La Corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza che condanna il Comune di Lodi per condotta discriminatoria nei confronti dei cittadini extracomunitari sottolineando la “radicale assenza di ragionevole giustificazione” dei provvedimenti adottati
Nel 2018 il Comune di Lodi, a maggioranza leghista, negò alle famiglie straniere che a suo parere non avevano i requisiti, l’accesso agevolato alla mensa e al trasporto scolastico. Solo a loro, infatti, erano richiesti documenti aggiuntivi all’Isee, difficili se non impossibili da reperire.
Un gruppo di mamme, riunite nel Coordinamento uguali doveri, si oppose a questa indegna decisione e in pochi giorni non solo raccolse ben più della somma necessaria per garantire il servizio mensa a prezzo pieno ai bambini esclusi ma, ritenendo che avessero diritto alle agevolazioni previste per le famiglie a basso reddito, decise di andare oltre e, con il sostegno di Naga e Asgi, si rivolse al tribunale di Milano, che accertò la ”condotta discriminatoria” del Comune di Lodi.
Non era la prima volta che un Comune leghista inventava cavilli per escludere i bambini “extracomunitari” ma la battaglia contro l’amministrazione comunale di Lodi ebbe una vasta eco e le coraggiose mamme furono invitate a parlarne in molte occasioni, ovunque accolte con grande partecipazione, come a Milano al convegno “Da Riace a Lodi” (https://www.ideeinformazione.org/2018/10/30/da-riace-a-lodi-solidarieta-e-diritti/).
Oggi la vicenda si conclude con la sentenza della Corte d’appello, che ha ribadito quanto già sentenziato nel 2018 e condanna il Comune di Lodi a rifondere le spese giudiziarie, rendendo almeno in parte giustizia alle famiglie escluse da questo provvedimento scellerato.
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