5 settembre 2020

Mai più taser

In questi giorni è stata sospesa la sperimentazione del taser in dotazione alla forze di polizia di alcune città italiane. Il motivo è che sarebbero difettosi, ma noi ci auguriamo – diversamente dal capo della polizia Gabrielli - che questa revoca diventi definitiva.


I taser, noti anche come pistole stordenti, immobilizzano temporaneamente una persona con una scossa elettrica. Nel 2007 l’ONU li ha definiti uno strumento di tortura, per i dolori lancinanti che provocano, e il dibattito sul loro uso si è riacceso in questi giorni negli Stati Uniti in seguito all’ennesima morte di un cittadino, provocata appunto dal taser (https://www.nytimes.com/2020/07/03/us/Jared-lakey-death-Oklahoma-police-taser.html?). 
Secondo un’indagine della Reuters, sono più di mille le persone uccise dal taser dalla sua introduzione una ventina di anni fa, quasi tutte dalla polizia e quasi tutte disarmate (non rappresentavano cioè quella minaccia che sola autorizzerebbe l'uso del taser).
Per Amnesty International considerare il taser un’arma non letale significa sottovalutarne la pericolosità e, come ampiamente documentato, utilizzarlo in maniera sconsiderata.


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