5 settembre 2020

Hasankeyf: millenni di storia sommersi dall’acqua

Elena Basso

Non si tratta di una catastrofe naturale, ma della decisione del presidente turco Erdogan di realizzare la diga di Ilisu, un megaprogetto risalente agli anni cinquanta, che in nome dello sviluppo ha inondato più di 150 chilometri quadrati nel bacino dell'alto fiume Tigri e dei suoi affluenti, tra cui la splendida valle di Hasankeyf, ricchissima di storia. 



L’elettricità che verrà prodotta e la riserva d’acqua per l’irrigazione costituiscono senz’altro un beneficio per la Turchia, ma il prezzo da pagare è altissimo, per la popolazione – curda - che vi risiede, per i vicini (Siria e ancor più Iraq) che vedranno drasticamente ridotta la portata del Tigri, per l’ecosistema, e per l’immenso patrimonio culturale. 
Grotte nelle quali sono stati rinvenuti resti del neolitico, siti archeologici non ancora completamente esplorati e che raccontano di assiri, medi, persiani, greci, romani, bizantini, arabi, ottomani... 
Alcuni monumenti, come una porta romana, la moschea Ayyubide del XIV secolo (la dinastia curda dei discendenti del Saladino) o il mausoleo del turcmeno Zeynel Bey, verranno trasferiti nell’anonimo Hasankeyf New Cultural Park, come se un museo potesse sostituire la bellezza e la ricchezza di un patrimonio storico-archeologico costruito in dodicimila anni. 
La diga killer della Mesopotamia, ha titolato con perfetta sintesi l’Avvenire. 


Molte belle le fotografie dei luoghi, scattate da  Giorgio Barbarini (qui sopra), e oggi raccolte nel libro appena uscito "Omaggio ad Hasankeyf. Storia di un villaggio millenario", con i testi di Pierluigi Cavalchini e Antonio Olivieri.
Chi fosse interessato può ordinare il libro versando un'offerta minima di 15 euro (compresi i costi di spedizione) all'IBAN IT17 Q030 6909 6061 0000 0111 185, con la causale "Libro su Hasankeyf" e l'indirizzo di spedizione.   

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