22 marzo 2021

Vaccini / 2 - Efficienza lombarda

Giorgio d'Amico

Centri vaccinali deserti perché non sono state inviate le convocazioni, o viceversa strapieni perché sono state inviate in soprannumero, anziani spediti a decine di chilometri dal proprio domicilio, buchi nel sistema informatico che hanno consentito a molti abusivi di vaccinarsi al posto di chi ne aveva diritto… Ma c'è di peggio: ne riparliamo quando avrete letto questo delizioso raccontino dell'amico Giorgio, tra i primi vaccinati.


Primo atto
Allora, le cose, per me, sono andate così: il 15 febbraio verso le 15 ho provato ad accedere al sito della regione per prenotare la vaccinazione per Luciana e me, la segnalazione è stata “sei in coda dopo 90831 richieste” e quindi ho abbandonato l’impresa. Ho riprovato alle 21.30 circa e in pochi minuti ho fatto le due prenotazioni e stampato i due fogli di ricevuta con il relativo codice. Grande successo! hai visto mai che il tandem Moratti-Bertolaso funzioni? due giorni dopo, mercoledì, alle 16,14 mi arriva un sms con una convocazione, solo per me, all’ospedale Fatebenefratelli per le 10.42 del mattino di lunedì 22. Perfetto! mi aspettavo che Luciana fosse convocata prima di me perché avevano detto che procedevano per età decrescente, ma va bene così e mi segno l’appuntamento. Alle 18,27 dello stesso giorno mi arriva un secondo sms, uguale al primo e sempre per me, solo che sposta l’appuntamento a domenica 21 alle 8.35 presso il centro di vaccinazione di Niguarda, al Paolo Pini in viale Ippocrate. Comincio ad avere dei dubbi e sono anche un po’ seccato perché la domenica mattina mi piace dormire fino a tardi. Penso comunque che la seconda convocazione annulli la prima. Sabato mattina mi chiamano dalla regione per sapere se ho ricevuto la convocazione: dico che ne ho addirittura due e avanzo l’ipotesi che una si riferisca in realtà a Luciana. Escludono l’ipotesi e non spiegano nulla: comunque ho ricevuto una convocazione (anzi due). Poco dopo seconda chiamata dalla regione e stessa domanda e stessa risposta. Nel pomeriggio terza chiamata dalla regione – questa volta un uomo – che esclude sdegnosamente qualunque confusione: lui ha davanti a sé la mia richiesta e la loro risposta di andare lunedì alle 10.42 al Fatebenefratelli, quindi faccia il favore di andare lì quel giorno e ignorare qualunque altra cosa. Garibaldinamente ubbidisco e stamani mi sono recato al Fatebenefratelli arrivando puntuale alle 10.35. Nessuna coda, accettazione veloce. Mi presento con le mie carte e la tessera sanitaria al medico che smanetta sul computer e mi dice severamente: perché ha fatto due prenotazioni? Spiego di nuovo, pazientemente, tutta la storia e mi chiedono, con tono alquanto diffidente, ma lei ha già fatto ieri la vaccinazione? giuro di no, e in effetti non risulta da nessuna parte: consulto medico-infermiera e poi vengo accettato e vaccinato. Il medico mi chiede: per che ora era prenotato? Dico: le 10.42, erano le 10.45 e lui si congratula con sé stesso: precisione svizzera! poi si accinge a firmare l’avvenuta vaccinazione, firma nel posto sbagliato e l’infermiera glielo fa notare. Lui nega e comincia una discussione. Intanto mi rivesto e osservo che anche la Svizzera talvolta ha i suoi problemi, evidentemente. Mi fulmina dicendo che tanto sono carte che significano poco e mi congeda un po’ bruscamente dicendo di attendere fuori per 10 minuti. Dopo 12 minuti me ne vado. Il secondo atto va in scena il 15 marzo, stesso posto stessa ora. 

Secondo atto
Mercoledì 10, alle 0.04 di notte, ricevo per la terza volta l’invito a vaccinarmi con la prima dose al Paolo Pini per domenica alle 8.35. Ormai espertissimo sulla prassi seguita dalla regione Lombardia deduco subito che 1) il sistema informatico si è accorto che non mi ero presentato il 21 febbraio e quindi mi ha riprenotato e 2) lo stesso sistema non si è accorto che il 22 febbraio avevo avuto la prima dose al Fatenebefratelli ricevendo l’appuntamento per oggi per la seconda dose. Decido quindi di ignorare questo terzo sms.
Oggi quindi mi presento al Fatebenefratelli alle 10.30, 12 minuti prima dell’orario: non c’è nessuno, riempio per la seconda volta il modulo con le mie generalità e informazioni cliniche e dopo un quarto d’ora sono a farmi i 15 minuti di attesa canonici post-iniezione. Alle 11.25 sono a casa (in metro) con anche il certificato di vaccinazione. Tutto perfetto! Adesso l’unico problema sorgerà quando riceverò il quarto appuntamento per farmi la prima dose. Staremo a vedere.

Questa storia, insieme a molte altre di cui sono venuto a conoscenza, suscita parecchi interrogativi. Il primo interrogativo riguarda l'età dei vaccinati: Giorgio, e molti altri tra i vaccinati nei primi giorni della campagna, ha poco più di 80 anni, mentre continuano a sbandierare “priorità ai più anziani (e fragili)”. Dire una cosa e fare il contrario è il modo migliore per alimentare dubbi, incertezze, preoccupazioni. Ed è anche un ottimo modo per consentire ai più faziosi tra i sostenitori di questa giunta di incapaci di insultare la senatrice Liliana Segre perché chiamata a vaccinarsi prima di altri più anziani di lei.
Non mi soffermo sulla scelta di punti vaccinali spesso lontanissimi dall'abitazione dell'anziano, perché molti casi tra i più assurdi sono già stati denunciati da sindaci e stampa.
Non posso però non sottolineare l'altro aspetto, gravissimo, di questa vicenda: mentre centinaia di migliaia di cittadini attendono di essere convocati, e ci spiegano che i ritardi sono dovuti alla mancanza di vaccini, il sistema informativo lombardo inserisce Giorgio, e, è facile immaginare, molte migliaia di altri come lui, contemporaneamente in due liste diverse, con evidente spreco di dosi e di tempo degli operatori. Il sistema non se ne accorge, e non c'è un canale di comunicazione che consenta al cittadino di segnalare questo colossale “bug” del sistema.

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