22 marzo 2021

Rialzare la testa. Mettersi in viaggio

Giorgio d'Amico

Il periodo di lutto è terminato. Un anno di durissima pandemia, il governo Draghi e il collasso del sistema politico italiano, le drammatiche dimissioni di Zingaretti e l’implosione del Partito democratico questo ci dicono con estrema chiarezza: è tempo che, dopo quarant’anni, la sinistra dichiari concluso il periodo di lutto, ritrovi la sua voce, rialzi la testa e si rimetta in viaggio.


Ogni viaggio ha un punto di partenza. Il punto di partenza non è altro che la stessa ragion d’essere della sinistra: dare voce, peso, speranza e rappresentanza politica alle classi sociali svantaggiate, sfruttate e spesso dimenticate. Rispetto a centocinquanta anni fa oggi questo perimetro è cambiato, ma è tutt’altro che vuoto se il 50% più povero della nazione detiene il 10% della ricchezza del paese mentre il 10% più ricco ne detiene più del 60% e più di 7 milioni di persone versano in povertà assoluta.
Ogni viaggio ha una meta. La meta non può che essere la riduzione delle disuguaglianze economiche, sociali, educative e di genere; la riaffermazione, nei fatti, dei diritti fondamentali al lavoro, alla salute, all’educazione e alla casa; il contrasto, nei fatti, alla corruzione e all’evasione fiscale, alla criminalità organizzata; la conversione ecologica dell’economia per salvare il territorio e l’ambiente. Vogliamo spendere un termine a lungo demonizzato e parlare di socialismo?
Ogni viaggio ha bisogno di una bussola, che guidi ogni passo nella giusta direzione. La sinistra di bussole ne ha addirittura due, coeve e fra loro coerenti: la Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza, e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Sono testi largamente inattuati ed è giunto il momento di prenderli sul serio.
Ogni viaggio si svolge dentro un orizzonte. L’orizzonte politico della sinistra italiana è duplice: l’Unione europea, che deve superare il suo deficit democratico e culturale, e il mondo intero che, unificato dalla globalizzazione economica e finanziaria e dal pensiero unico del capitalismo iperliberista, richiede un nuovo internazionalismo.
Ogni viaggio ha dei compagni di viaggio. Pur nel panorama spesso sconfortante della società italiana (e non solo) una forza di sinistra avrebbe molti compagni di viaggio: c’è una vasta e multiforme comunità di organizzazioni, associazioni e gruppi più o meno informali, che nascono dal mondo accademico e produttivo, dal sindacato, dalla scuola, dai giovani, dal terzo settore, dal volontariato, dalla cosiddetta società civile, che chiede solo di essere ascoltata con rispetto, coinvolta con lealtà, responsabilizzata politicamente. Non mancano le analisi e le proposte: bisogna saperle raccogliere e organizzare in una coerente proposta politica.
Ogni viaggio presenta dei rischi. I rischi sono tanti: la mediocrità intellettuale della classe politica (e più in generale delle “classi dirigenti”) che non sanno interpretare e gestire la complessità di un mondo che essi stessi hanno creato, il modesto spessore politico dei nostri leader che confina il loro orizzonte politico alle prossime elezioni e determina il loro agire con i sondaggi della settimana scorsa, l’autoreferenzialità dei partiti, il loro scollamento dalla realtà del paese e l’esasperato personalismo che anima i “capi corrente”, la modesta statura morale di molti dei nostri parlamentari e amministratori che troppo spesso traspare dai loro atti e la loro eccessiva facilità a farsi interpreti degli interesse delle lobby più diverse (e talvolta anche malavitose).
Ogni viaggio apre delle prospettive. Nonostante la gravità della situazione generale – non solo italiana – e l’ampiezza dei rischi, la sinistra ha di fronte a sé delle opportunità straordinariamente importanti perché la società italiana, anche se probabilmente alle prossime elezioni politiche consegnerà il paese a un governo di destra, sta rendendosi conto dei disastri del capitalismo contemporaneo e le disuguaglianze sono sempre più intollerabili. C’è da riconquistare almeno metà del corpo elettorale italiano.
Il tempo del lutto, del silenzio e della subalternità è finito: bisogna rimettersi in viaggio!

https://www.ideeinformazione.org/2021/03/09/mettersi-in-viaggio/


Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento