22 marzo 2021

Texas: Quando il sovranismo incontra il libero mercato

Dopo un’estate torrida, una rara ondata di gelo ha colpito il Texas, e l’intera rete energetica, già entrata in sofferenza durante l’estate, è collassata: linee elettriche abbattute e condutture del gas congelate hanno lasciato al freddo e al buio milioni di persone. 


I pochi fortunati che sono stati risparmiati dalle interruzioni si sono dovuti ricredere quando hanno iniziato a ricevere bollette da migliaia di dollari, come il signor Willoughby, che ha speso tutti i suoi risparmi per pagare una bolletta da 16.752 dollari. Nel frattempo il senatore dello Stato, il trumpiano Ted Cruz, volava verso lidi più accoglienti perché, da buon padre, non poteva lasciare andare da sole le sue figliole.
Come è stato possibile che il più grande produttore di energia degli Stati Uniti abbia combinato questo disastro? 
Forte della sua autosufficienza energetica, il Texas ha scelto di non collegarsi alle reti elettriche interstatali, che gli avrebbero consentito di approvvigionarsi altrove, e ha affidato il controllo dell’intero sistema di fornitura elettrico ai privati. "La concorrenza nel settore elettrico andrà a vantaggio dei texani riducendo le tariffe mensili e offrendo ai consumatori più scelte sull'energia che usano", aveva affermato nel 1999 l’allora governatore George Bush approvando la legislazione sulla deregolamentazione, e in effetti, fino a quando il sistema ha retto, i texani hanno potuto avvalersi di energia a basso costo.
Ma la competizione fra centinaia di fornitori non ha mai incentivato la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti, nonostante la fragilità della rete fosse evidente da almeno un decennio. Ora che la tempesta è passata, i texani devono fare i conti con gli innumerevoli danni ai propri impianti idraulici e dovranno attendere mesi, e spendere molti soldi, per un ritorno alla normalità.
 

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