29 dicembre 2022

Destinazione Ruanda

Il 19 dicembre l’Alta corte di Londra ha stabilito che deportare i richiedenti asilo arrivati illegalmente nel territorio britannico in paesi terzi non viola la Convenzione sui rifugiati delle Nazioni Unite né le leggi britanniche sui diritti umani 


La legge che prevede il trasferimento coatto in un paese terzo dei richiedenti asilo è stata promulgata lo scorso gennaio e dopo varie trattative il paese con il quale si è raggiunto un accordo, in cambio di 120 milioni di sterline, è il Ruanda. Ne sono esclusi i cittadini ucraini, anche se a dire il vero Londra si è spesa molto più per l’invio di armi che per l’accoglienza ai profughi. 
L’opposizione della chiesa anglicana, dell’ONU e del principe Carlo non ha fermato il progetto. Solo l’intervento della Commissione europea per i diritti umani (Cedu) aveva temporaneamente evitato la deportazione dei richiedenti asilo ma oggi, dopo una lunga battaglia legale, il piano ha avuto il via libera dall’Alta Corte di Londra, una decisione accolta con favore dal governo ruandese, “pronto a offrire ai richiedenti asilo e ai migranti l'opportunità di costruirsi una nuova vita in Ruanda”. 
Fortunatamente le espulsioni dovranno attendere che la Corte suprema si pronunci sul ricorso presentato da diverse organizzazioni.
Ma la Gran Bretagna non è sola: anche il governo socialdemocratico danese ha stipulato un accordo simile con il Ruanda e, dopo anni di “leggi ghetto” sempre più discriminatorie e vessatorie nei confronti degli immigrati, è riuscito a spingersi oltre e ad affittare in Kosovo 300 celle, al canone annuo di 15 milioni di euro, dove spedire i migranti che devono scontare una pena. Il ministro della giustizia danese ha però rassicurato i parenti, affermando che “le visite saranno sempre possibili, anche se certo la distanza non aiuterà”. 

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