30 dicembre 2022

Che cos’è l’Antropocene?

Il termine Antropocene, col significato di epoca storica in cui l’azione dell’uomo è determinante nel modificare in modo permanente e riconoscibile le condizioni del pianeta, è ormai entrata nell’uso comune, non solo giornalistico.
Ma qual è l’attendibilità di questa definizione? Qual è (se c’è) la posizione della comunità scientifica?



Cominciamo col dire che esiste una “Commissione internazionale di stratigrafia”, formata da diversi gruppi di lavoro di geologi, paleontologi, altri esperti di storia della Terra, il cui compito è appunto quello di definire le caratteristiche di un’era geologica, di datarla, di stabilirne le differenze rispetto alle epoche precedenti e alle successive, e individuare dei siti in cui queste differenze tra i diversi strati siano chiaramente riconoscibili.
Sinora il lavoro della Commissione, che procede con il metodo del consenso, si è rivolto soprattutto allo studio del passato. In base alle definizioni più recenti noi viviamo nell’eone Fanerozoico (della vita visibile), iniziato circa 542 milioni di anni fa con l’impetuosa crescita di numerose forme di vita, soprattutto sottomarina, chiamata “esplosione cambriana”; l’era attuale (Cenozoico, “nuova vita”) inizia circa 65.5 milioni di anni fa, ed è caratterizzata dalla fine del dominio dei rettili (estinzione dei dinosauri) e dallo sviluppo dei mammiferi. Finalmente l’epoca in cui viviamo, detta Olocene, l’ultima del periodo Quaternario, è di gran lunga la più breve di tutte, essendo il suo inizio posto alla fine dell’ultima glaciazione, 11.574 anni fa.
Nella sua lunga storia di oltre 4,5 miliardi di anni la Terra ha visto continenti formarsi e separarsi, ghiacciai estendersi sino all’Equatore e sciogliersi, innalzando di centinaia di metri il livello degli oceani, specie viventi estinguersi e altre prendere il loro posto, ma questa è la prima volta in cui tali mutamenti sono accelerati e amplificati, se non addirittura generati, non dalla Natura ma dall’Uomo.
E che questa influenza antropica sia importante, e con conseguenze di lunga durata, è fuori di dubbio: abbiamo bruciato in pochi decenni combustibili fossili formatisi nel corso di milioni di anni, abbiamo avvelenato i mari con montagne di plastica e di sostanze tossiche, abbiamo trasformato foreste e terreni fertili in città di cemento e asfalto o in discariche, abbiamo immesso nell’atmosfera pericolosi isotopi generati dalle esplosioni nucleari e gas serra all’origine dei cambiamenti climatici le cui conseguenze stiamo sperimentando quotidianamente.
Fino a un secolo fa sarebbe stato impensabile ritenere che la natura potesse essere sostanzialmente modificata dagli umani, ma ora si riconosce che per la Terra le attività umane rappresentano uno choc, “un po’ come un asteroide che ha colpito il pianeta” come efficacemente afferma Colin Waters, presidente del gruppo di lavoro sull’Antropocene.
Proprio l’imminente fine dei lavori di questo gruppo, iniziati nel 2009, ha portato il tema alla ribalta (https://www.nytimes.com/2022/12/17/climate/anthropocene-age-geology.html): nei prossimi mesi le conclusioni del gruppo saranno discusse da numerosi altri comitati di esperti e, se si raggiungerà un’ampia maggioranza di consensi, avremo ufficialmente una nuova epoca nella storia geologica della Terra.
Secondo alcuni si tratterebbe di una dichiarazione politica; per altri il mancato riconoscimento avrebbe anch’esso una valenza politica. E’ certo che quale che sia la conclusione raggiunta dagli scienziati, avrà il merito di richiamare l’attenzione generale sui gravi cambiamenti in atto.

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