25 febbraio 2022

Amnesty condanna l'apartheid israeliano

«Israele non è uno Stato di tutti i suoi cittadini. In base alla legge sullo Stato-Nazione che abbiamo approvato, Israele è lo Stato-Nazione del popolo ebraico, e di nessun altro», Benjamin Netanyahu, marzo 2019


Da molti anni le organizzazioni palestinesi e alcuni coraggiosi gruppi israeliani come B’Tselem denunciano Israele come stato di apartheid, senza suscitare particolari reazioni. Ora è la più potente Amnesty international ad accusare e scrivere a chiare lettere in un ampio rapporto che le azioni di Israele contro i palestinesi fanno parte di un sistema di apartheid ai sensi del diritto internazionale e che questo sistema riguarda tutti i palestinesi ovunque vivano.
Il rapporto, concluso dopo anni di lavoro (https://bit.ly/35tcRpG), descrive in dettaglio come le autorità israeliane  impongano un sistema di oppressione e dominio contro i palestinesi e chiede al Consiglio di sicurezza dell’ONU di esigere un embargo globale sulle armi a Israele, nonché “sanzioni mirate, come il congelamento dei beni, contro i funzionari israeliani più coinvolti nel crimine di apartheid”.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, presentando il rapporto ha detto: “Non è possibile giustificare in alcun modo un sistema edificato sull’oppressione razzista, istituzionalizzata e prolungata, di milioni di persone. L’apartheid non ha posto nel nostro mondo e gli stati che scelgono di essere indulgenti verso Israele si troveranno a loro volta dal lato sbagliato della storia. I governi che continuano a fornire armi a Israele e lo proteggono dai meccanismi di accertamento delle responsabilità delle Nazioni Unite stanno sostenendo un sistema di apartheid, compromettendo l’ordine giuridico internazionale ed esacerbando la sofferenza della popolazione palestinese. La comunità internazionale deve affrontare la realtà dell’apartheid israeliano e dare seguito alle molte opportunità di cercare giustizia che rimangono vergognosamente inesplorate”.
Scontata la reazione di Israele, che chiede il ritiro del rapporto e accusa Amnesty di antisemitismo ma non risponde alla domanda posta dal noto giornalista israeliano Gideon Levy, “Cosa c’è di sbagliato nel rapporto sull’apartheid?”


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