4 novembre 2021

La Corte di giustizia europea riconosce i diritti del popolo saharaui

La Corte di giustizia europea ribadisce il diritto all’autodeterminazione del popolo saharaui e che di conseguenza gli accordi fra l’Unione europea e il Marocco devono essere considerati illegali e annullati


Sono passati cinquant’anni da quando la Spagna, in contrasto con il diritto internazionale, cedette quello che allora era un suo possedimento, il Sahara spagnolo, al Marocco (Newsletter 168, https://pierobasso.blogspot.com/2020/12/riesplode-il-conflitto-nel-sahara.html). Con quella che è stata definita la “marcia verde”, 350.000 coloni invasero il territorio saharaui supportati da attacchi aerei e terrestri, costringendo la popolazione civile o a fuggire verso il deserto algerino dove ancora vive in campi profughi o a vivere sotto un regime di occupazione. 
Da allora il popolo saharaui combatte in condizioni economiche e sociali intollerabili dove gli abusi e le torture sono moneta corrente, in attesa che si svolga quel referendum per l’indipendenza più volte promesso, e sempre rimandato, dall’ONU.
Nonostante nessuno stato, se non gli Stati Uniti di Trump, riconosca la sovranità marocchina sul Sahara occidentale, molte aziende fanno affari con il Marocco per sfruttare le risorse sahariane, soprattutto minerarie e ittiche. Più recentemente la corsa alle energie rinnovabili ha visto fra i protagonisti l’italiana Enel, che progetta di realizzare numerosi parchi eolici anche nei territori occupati.
Oggi però finalmente arriva dalla Corte di giustizia europea una buona notizia, che conferma che il Fronte Polisario è il legittimo rappresentante del popolo saharaui, l’unico autorizzato a rappresentarlo nelle istanze internazionali. Di conseguenza gli accordi fra l’Unione europea e il Marocco del 2019 devono essere considerati illegali e annullati, in quanto per essere validi dovevano necessariamente prevedere la consultazione e il consenso del popolo saharaui. 
Già nel 2016 la Corte si era espressa in questo senso, ma l’Unione europea, con qualche escamotage, ha ignorato la sentenza, mantenendo gli accordi con il Marocco sui diritti commerciali e di pesca. Oggi il problema si ripropone: questo piccolo popolo che da cinquant’anni si batte coraggiosamente per la sua indipendenza ha bisogno del nostro sostegno perché l’Europa rispetti le decisioni della Corte, e perché non prevalgano, ancora una volta, coloro che hanno la forza, ma non la ragione.



Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento