E’ passato quasi un anno dalla sanatoria per la regolarizzazione dei cittadini stranieri addetti ai lavori agricoli e di cura, ma a oggi meno dell’1 percento ha ottenuto il permesso di soggiorno
Mentre si magnifica la digitalizzazione della pubblica amministrazione con il suo implicito corollario di rapidità ed efficienza, i cittadini stranieri che hanno fatto domanda di regolarizzazione nell’agosto 2020 rischiano, al ritmo attuale, di aspettare anni, se non decenni, per vedere evasa la propria domanda, come a Milano dove, a fronte di oltre 26.000 domande, ne vengono esaminate circa 20 a settimana. Anni in cui i cittadini migranti, dopo aver pagato 500 euro per la presentazione della domanda, non possono firmare un contratto di affitto, iscriversi al servizio sanitario, aprire un conto corrente, godere insomma delle tutele e dei diritti previsti per chi lavora nel nostro Paese.
Sono oltre 200.000 coloro che si trovano in questa situazione e di loro solo circa 1500 – meno dell’1% - hanno completato la procedura ottenendo il rilascio del permesso di soggiorno.
Per tentare di sbloccare questa situazione si stanno muovendo numerose organizzazioni e cittadini coinvolti nella sanatoria, che chiedono che si acceleri l’esame delle richieste, anche assumendo personale, e che nel frattempo siano garantiti tutti i diritti connessi allo status di lavoratore regolare. Soprattutto si chiede di superare la logica punitiva che ostacola in mille modi il cittadino straniero, facilitando il rilascio dei permessi di soggiorno per tutte le categorie (https://www.meltingpot.org/Non-possiamo-piu-aspettare-Saniamo-la-sanatoria-documenti.html#.YKYkYagzZPY).
Una situazione paradossale se si pensa che la sanatoria era stata approvata principalmente per l’emergenza sanitaria, a tutela quindi della salute collettiva. Si dimostra invece che la vita dei cittadini extracomunitari non ha alcuna importanza per le istituzioni, del tutto incuranti dello sfruttamento a cui l’irregolarità li lascia esposti.
Sono oltre 200.000 coloro che si trovano in questa situazione e di loro solo circa 1500 – meno dell’1% - hanno completato la procedura ottenendo il rilascio del permesso di soggiorno.
Per tentare di sbloccare questa situazione si stanno muovendo numerose organizzazioni e cittadini coinvolti nella sanatoria, che chiedono che si acceleri l’esame delle richieste, anche assumendo personale, e che nel frattempo siano garantiti tutti i diritti connessi allo status di lavoratore regolare. Soprattutto si chiede di superare la logica punitiva che ostacola in mille modi il cittadino straniero, facilitando il rilascio dei permessi di soggiorno per tutte le categorie (https://www.meltingpot.org/Non-possiamo-piu-aspettare-Saniamo-la-sanatoria-documenti.html#.YKYkYagzZPY).
Una situazione paradossale se si pensa che la sanatoria era stata approvata principalmente per l’emergenza sanitaria, a tutela quindi della salute collettiva. Si dimostra invece che la vita dei cittadini extracomunitari non ha alcuna importanza per le istituzioni, del tutto incuranti dello sfruttamento a cui l’irregolarità li lascia esposti.
Grazie per il vostro intervento su questo tema. Una situazione paradossale e assurda che sembra non avere via d'uscita. Anche a Pavia la situazione è analoga. Ci stiamo preparando per un presidio davanti alla Prefettura nel mese di giugno. Rita Campioni - Sportello Migranti - Casa del Popolo Marielle Franco Pavia
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