6 febbraio 2020

1944: una lettera da San Vittore



Mario Provasi

La mattina del 17 gennaio scorso una “pietra d'inciampo”, intitolata a Mario Provasi, deportato e ucciso a Mauthausen, è stata murata davanti alla sua abitazione. In quella occasione la nipote ha letto una sua breve lettera alla moglie, che riproduco col consenso dei familiari.


Alla fine degli anni '90 l'ALER affidava alla cooperativa DAR la ristrutturazione e la successiva gestione di un edificio di edilizia popolare nel quartiere Stadera. In quella occasione scoprimmo che ben quattro residenti nel palazzo, quattro capifamiglia, Luigi Frazza, Luigi Negroni, Mario Provasi e Paolo Volpi, avevano pagato con la vita la loro opposizione al fascismo. Una percentuale di caduti che testimonia, ancora una volta, il prezzo pagato dalle classi popolari nella lotta al nazifascismo.
Pochi giorni dopo l'arresto Provasi riesce a far uscire dal carcere e a far recapitare alla moglie un messaggio, poche righe vergate in fretta su due foglietti strappati da un quaderno. E' il messaggio che la famiglia ha conservato per oltre settanta anni, e che la nipote ci ha letto pochi giorni fa. Non contiene parole alate: Provasi non è un poeta o un intellettuale, non sospetta che quello è probabilmente l'ultimo messaggio che riuscirà a inviare.
E' la testimonianza, tuttora attuale e forte, di un uomo preoccupato per i disagi e le difficoltà pratiche cui va incontro la famiglia, assai più che per la propria sorte, che sa di non aver commesso alcun reato e confida ancora nella giustizia e nell'imminente scarcerazione, che ignora che Modena vuol dire il campo di smistamento di Fossoli, da cui si parte per il lager di Bolzano e poi per Mauthausen, dove troverà la morte il 18 settembre dello stesso anno “per sfinimento”, come scriverà un suo compagno sopravvissuto.
E' anche, mi sembra, una pudica testimonianza d'amore per la moglie, e per le bambine.
Ma ecco il messaggio, come l'ho potuto ricostruire da una copia non perfettamente leggibile:

Signora Provasi Maria
via Palmieri N. 22

7-3-44

Cara Maria,
ti fo noto che parto da Milano e ci mandano a Modena a lavorare.
Quindi mi raccomando di andare a riscuotere i miei denari, e cioè la quindicina, e poi una giornata del giorno 1 di questo mese.

Maria, ti avviso di non consegnare niente a nessuno, anche se venissero a nome mio e stai attenta che ci sono in giro molti truffatori e imbroglioni. Le tessere non consegnarle perché può darsiche mi lascino libero presto. Prendi sempre il tabacco, che io sono innocente
Bacioni

Ora digli che mi hanno arrestato per lo sciopero, Maria cara. Mi raccomando di non pensare a me, e fatti forte e stai sana e guarda le nostre care bambine, vedrai che riconosceranno la mia innocenza.

Bacioni
Mario



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