10 febbraio 2012

Stessa crisi, diverse ricette. Ieri, in America, oggi in Italia

Le riforme economiche e sociali di  Franklin Delano Roosevelt, il New Deal, consentirono all'America di superare la “grande depressione”. Una lezione per il presente? 


Estratti dal discorso di insediamento del presidente Franklin D. Roosevelt il 4 marzo 1933
Con questo spirito tutti noi - io e voi - affrontiamo le nostre comuni difficoltà [...] Non siamo stati colpiti dalla piaga delle locuste [...] Ciò accade innanzi tutto perché chi domina lo scambio di beni materiali ha fallito 
[...] La condotta degli speculatori senza scrupoli è ora di fronte al giudizio dell'opinione pubblica e alla ripulsa dei cuori e della ragione degli uomini. Le uniche regole che conoscono sono quelle di una generazione di egoisti privi di una visione del futuro e quando questa manca il popolo soffre.
[...] Il nostro obiettivo più importante è quello di far tornare la gente a lavorare [...] Lo possiamo realizzare attraverso assunzioni governative dirette, affrontando l'impegno come faremmo con un'emergenza bellica, ma, al contempo, grazie a queste assunzioni, portare a termine progetti di riorganizzazione delle nostre risorse naturali.
[...] In questo sforzo per un rilancio dell'occupazione [...] abbiamo bisogno di una severa azione di controllo su tutte le attività bancarie, creditizie e di investimento, per porre fine alle speculazioni con danaro altrui [...] 
Cinque mesi dopo, parlando al congresso: 
[...] Gli aiuti comunali e statali sono stati estesi al massimo. Come sapete, abbiamo messo trecentomila giovani uomini a lavorare a progetti concreti e di pubblica utilità nelle nostre foreste e a prevenire l'erosione del suolo e le alluvioni [...] Un grande programma di lavori pubblici da tre miliardi di dollari per la costruzione di reti elettriche e strade, di imbarcazioni per la navigazione interna, per la prevenzione delle alluvioni e per migliaia di progetti comunali e statali [...] Grazie a uno sforzo democratico dell'industria possiamo ottenere un aumento generale degli stipendi e una riduzione delle ore di lavoro [...] Si potrà farlo solo se permetteremo e incoraggeremo la cooperazione in ambito industriale, perché se non ci sarà unità di azione pochi uomini egoisti in ogni ambito continueranno certamente a pagare stipendi da fame e a esigere lunghi turni lavorativi. La concorrenza dovrà scegliere se seguirli sulla strada dell'aumento progressivo dello sfruttamento. Abbiamo visto questo tipo di azioni determinare la continua caduta verso l'inferno economico degli ultimi quattro anni. La proposta è semplice: se tutti i datori di lavoro agiranno di concerto per ridurre l'orario di lavoro e per aumentare gli stipendi, noi potremmo aumentare l'occupazione.
Nei primi cento giorni della Presidenza Roosevelt vennero emanati importanti provvedimenti: 
a) l'Emergency Banking Act che istituì una vacanza bancaria di alcuni giorni al fine di sondare la liquidità e la solidità degli istituti di credito e che assoggettò le banche al controllo dell'amministrazione federale; 
b) l'istituzione della Federal Deposit Insurance Corporation che assicurava tutti i depositi bancari sino a 2.500 $; 
c) la sospensione del gold standard che comportò la svalutazione del dollaro e rese possibile il ricorso all'esportazione delle merci come sbocco per la sovrapproduzione statunitense; 
d) l'Economy Act che introdusse il bilancio federale di emergenza; 
e) l'Agricultural Adjustment Act che attribuiva contributi in denaro a quegli agricoltori che avessero limitato la produzione agricola in modo da mettere un freno alla caduta dei prezzi che aveva costretto sul lastrico milioni di agricoltori dell'est.
E ancora: 
f) l'istituzione della Tennessee Valley Authority, agenzia che impiegò decine di migliaia di disoccupati nella costruzione di imponenti dighe al fine di sfruttare le risorse idroelettriche del bacino del Tennessee; 
g) l'istituzione della Work Progress Administration, altra agenzia governativa che gestiva la realizzazione di importanti opere pubbliche;
h) l'approvazione del Wagner Act che sanciva il diritto di sciopero e della contrattazione collettiva; 
i) l'approvazione del National Industrial Recovery Act che imponeva l'adozione per ogni azienda di un codice di disciplina produttiva limitando la sovrapproduzione, rinunciando al lavoro nero e a quello minorile. La legge prevedeva inoltre dei minimi salariali; 
j) l'approvazione del Social Security Act che istituiva un moderno welfare state di cui i lavoratori statunitensi erano stati sino ad allora sprovvisti.
Roosevelt intraprese anche una riforma del sistema fiscale e in particolar modo delle imposte dirette, modificando l'imposizione progressiva e aumentando le aliquote per i contribuenti più ricchi.
Oggi, In Italia. Lotta all'evasione?
Il clima è certamente cambiato. In meglio. Gli evasori non sono più blanditi, elogiati, cittadini che difendono i loro sudati guadagni dalla rapacità del fisco, ma vengono finalmente additati per quello che sono, dei ladri. Però... Però c'è ancora molta strada da fare per passare dagli spettacolari blitz della Finanza a una vera politica anti-evasione. E a quanto pare sul piano dell'impegno serio contro l'evasione la strada da fare è ancora molta. Leggo su www.Fiscoequo.org uno scritto di Oreste Saccone: 
Il virus del condono rischia di contagiare anche il governo Monti. Mentre è in corso sui media una martellante campagna contro l'evasione, nelle ovattate stanze di Montecitorio è stato approvato nei giorni scorsi dalle commissioni riunite I e V della Camera, con l'assenso del sottosegretario Polillo, un emendamento al decreto milleproroghe, presentato da Antonio Leone del Pdl, che riapre il condono sulle liti fiscali pendenti fino a 20.000 euro e vanifica gran parte dell'attività di accertamento del 2011 dell'Agenzia delle entrate. In pratica all'evasore accertato sarà sufficiente pagare il 30% della maggiore imposta accertata. La percentuale sale al 50% se il contribuente ha già perso un grado del giudizio e scende al 10% se ha vinto. Per chi paga le imposte si tratta dell'ennesima beffa. A fronte di dichiarazioni contro l'evasione, che vedono impegnato Monti in prima persona, si registra una sostanziale continuità con il precedente governo in materia di condoni che sono la negazione di ogni minima e seria azione contro l'evasione fiscale.
Privatizzazioni:
Ci dicono, e forse ci credono davvero, che le liberalizzazioni e le privatizzazioni sono la panacea di tutti i mali e porteranno vantaggi ai consumatori. Uno studio, abbondantemente citato, della CGIA (l'associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre dimostra il contrario. Nella tabella seguente sono indicati il settore produttivo, l'anno della liberalizzazione e l'andamento dei prezzi negli anni successivi rispetto all'inflazione (cioè se, a seguito della liberalizzazione, i prezzi sono cresciuti più o meno dell'inflazione): 
 

Assicurazioni auto

1994

+ 4,2 volte l'inflazione

Servizi bancari

1994

+ 2,5 volte

Trasporti ferroviari

2000

+ 2 volte

Autostrade

1999

+1,7 volte

Trasporto aereo

1997

+ 1,4 volte

Gas

2003

+ 1,9 volte

Trasporti urbani

2009

+1,9 volte

Servizi postali

1999

come l'inflazione

Sono diminuiti: energia elettrica; prodotti farmaceutici; servizi telefonici.

Forse c'è materia per riflettere 

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