26 aprile 2022

Guerra e fame

[eb]

Forse – ci auguriamo - la guerra in Ucraina non ci porterà alla terza guerra mondiale, ma i suoi effetti stanno già devastando molte economie, in particolar modo quelle dei paesi più vulnerabili


La guerra in Ucraina sta ulteriormente aggravando quella che era una realtà già intollerabile: la fame. 155 milioni di persone vivono uno stato di insufficienza alimentare acuta e molto più numerosi sono coloro che soffrono uno stato di grave insicurezza alimentare. Le stime divergono, ma dal 2019 sono decine di milioni le persone che sono precipitate nella fame.
Gli stati più colpiti sono quelli che da anni vivono conflitti armati, e quando i conflitti avvengono in aree già piegate dalla povertà, la fame assume livelli allarmanti o estremamente allarmanti, come in Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan, Siria, Afghanistan, Yemen, Somalia. Le guerre mettono a rischio non solo i raccolti, ma tutta la filiera di produzione e distribuzione. A sua volta la crisi alimentare genera altri conflitti, e avvolge in una spirale perversa le popolazioni affamate.
La guerra in Ucraina e le sanzioni inflitte alla Russia stanno provocando durissimi contraccolpi alle economie degli stati, ma sono soprattutto i più poveri a pagarne il conto. Russia e Ucraina insieme rappresentano il 30% del mercato mondiale di grano tenero, 32% orzo, 17% mais e 50% girasole e dalle loro esportazioni dipendono fortemente molti paesi africani e asiatici, primi fra tutti l’Eritrea e il Niger che dipendono dalle importazioni quasi per il 100%, ma anche Egitto, Turchia, Iran, Armenia, Mongolia…, paesi dove già si registrano forti aumenti dei prezzi.
Gli alti costi raggiunti dal gas e il venir meno delle importazioni di fertilizzanti, di cui Russia e Ucraina detengono il 15% del mercato, sta facendo sì che molti contadini non seminino, perché i costi della produzione supererebbero gli introiti dei raccolti.
L’aumento dei costi ricade anche sui programmi umanitari: in un solo mese il Programma alimentare mondiale ha visto lievitare i suoi costi di 71 milioni di dollari, e ciò significa o che verranno aiutate meno persone o che verranno ridotte le razioni.
Tuttavia guerre e cambiamenti climatici, con il loro carico di siccità e inondazioni, spiegano solo in parte i motivi che hanno portato a questo vertiginoso aumento dei costi, che peraltro continua già da alcuni anni. Si stima infatti che la produzione agricola per il 2022, salvo alcuni prodotti, sia sufficiente a coprire la domanda mondiale. E allora dobbiamo guardare altrove, al famoso mercato che tutto determina: nella prima settimana di guerra le quotazioni in borsa del grano sono salite del 74%, del mais del 37% e della soia del 20%. La speculazione finanziaria sul cibo, avviata agli inizi degli anni ‘90, è indipendente dalla logica domanda/offerta di beni reali. I futures, che fino ad allora erano utilizzati per acquistare i raccolti in anticipo a un prezzo stabilito, diventano titoli qualsiasi che possono essere scambiati infinite volte e oggi rappresentano uno dei principali fattori di volatilità e di instabilità dei prezzi, con effetti devastanti sugli agricoltori e le comunità più fragili.


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