12 ottobre 2010

Michael Moore sull'Afghanistan

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Michael Moore

Il 7 ottobre (2010), anniversario dell'attacco americano all'Afghanistan, il cineasta Michael Moore ha scritto una lunga lettera ai suoi concittadini, invitando a por fine alla guerra e a ritirare le truppe. Anche se l'analisi di Moore è abbastanza semplicistica (in particolare sembra ignorare l'esistenza di combattive, anche se molto minoritarie, forze democratiche in Afghanistan), la sua prosa brillante si legge sempre molto volentieri. Ne riproduco qualche brano:


Nove anni fa oggi noi invadevamo l'Afghanistan. E' stato tanto tempo fa che non so se qualcuno si ricorda perché ci siamo andati. Credo che tutti volessimo catturare Osama Bin Laden e consegnarlo alla giustizia. Ma in un qualche momento durante il primo mese di guerra lui se ne andò. Mentre noi siamo rimasti. Questo non ha senso. Avendo bisogno di una nuova ragione per la missione abbiamo deciso che volevamo sconfiggere gli estremisti religiosi che governavano l'Afghanistan. E questo, in qualche modo, l'abbiamo fatto. Ma i talebani, a differenza di Osama, non se ne sono andati, perché sono afghani e quello è il loro paese.
Dopo nove anni di guerra, abbiamo completamente eliminato i talebani dal 3% del territorio. Tanto per fare un confronto, dopo undici mesi dallo sbarco in Normandia avevamo completamente sconfitto le truppe naziste in tutta l'Europa. La verità è che le nostre truppe non hanno ancora imparato la lingua e i costumi del paese, e non godono della fiducia degli Afghani, soprattutto dopo che hanno ucciso migliaia di civili, per avventatezza o per sport, e dopo che abbiamo installato un governo corrotto al di là di ogni immaginazione.
E che dire di Osama Bin Laden? Dopo nove anni non siamo riusciti a trovare un signore di 65 anni, probabilmente in dialisi, e dopo che abbiamo offerto 25 milioni di dollari a chiunque potesse darci informazioni? Davvero pensate che nessuno si farebbe vivo? Ecco quello che so: Osama Bin Laden è un multimilionario, e se c'è qualcosa che io ho imparato dei ricchi, è che non vivono in caverne per nove anni, ma preferiscono nascondersi in un posto dove i loro soldi li proteggono da ogni rischio. O magari è semplicemente tornato a casa. Esattamente quello che dovremmo fare noi. Subito.


Un appello per la pace
Quattro soldati italiani sono morti l'altro giorno in Afghanistan, gli ultimi di una lunghissima serie, di cui non conosceremo mai la dimensione esatta (chi si prende cura di contare i morti afghani?).L'aggravarsi della situazione è sotto gli occhi di tutti, e spinge sempre più per un'immediata cessazione di una guerra che non avremmo mai dovuto iniziare. Personalmente ho aderito ad un appello per la pace in Afghanistan di cui sono primi firmatari mons. Raffaele Nogaro, Vescovo Emerito di Caserta, e padre Alex Zanotelli, missionario comboniano ben noto per le sue tante e coraggiose battaglie politiche.
Per leggere e firmare il loro appello cliccare sul seguente link:
http://www.ildialogo.org/noguerra/Appelli_1286569552.htm

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